Quando riviviamo mentalmente un evento doloroso, non è solo un pensiero.
Il cervello non distingue sempre tra ciò che è reale e ciò che è immaginato.
Quindi, quando ci torni con la mente, il corpo risponde come se stesse accadendo di nuovo.
📌 Il sistema nervoso si attiva.
Il battito accelera, i muscoli si tendono, il respiro cambia. Entri in “modalità difesa”, anche se intorno a te è tutto tranquillo.
📌 La memoria emotiva si riaccende.
Non stai solo ricordando un fatto. Stai rivivendo l’emozione legata a quel fatto: umiliazione, abbandono, rabbia, impotenza.
📌 Il circuito si rinforza.
Più ci pensi, più lo alimenti. È come se la tua mente dicesse: “questo evento è importante, tienilo attivo”.
E così diventa un pensiero fisso… un dolore cronico.
📌 Ti allontani dal presente.
Non riesci a concentrarti, a riposare, a goderti ciò che hai. Perché sei “là”, nel passato, in una scena che continua a influenzare il tuo oggi.
Quindi no, pensarci non è neutro.
Più lo fai, più il corpo resta in allarme e più la tua mente si blocca in quel punto preciso della storia.
E intanto, il presente ti scivola via…
E allora, forse, non si tratta di capire tutto.
Ma di vedere quanto ti sta costando continuare a pensarci.
Perché a volte non è più la ferita a farti male… ma il modo in cui la tieni aperta ogni giorno, senza accorgertene❤️🩹
#FragilitàAmica