L’avvocato Alessandro Fusillo mette in discussione la legittimità dell’intero sistema statale che interviene sulle famiglie attraverso tribunali per i minorenni, servizi sociali, centri psicosociali e case famiglia. Secondo la sua analisi, queste strutture agirebbero in modo invasivo e disordinato, finendo spesso per danneggiare le famiglie più fragili. Fusillo sostiene che lo Stato imponga un modello educativo “ufficiale” e che il dissenso possa tradursi in interventi coercitivi come l’allontanamento dei minori. Propone quindi di smantellare l’apparato pubblico minorile e di sostituirlo con aiuti privati e volontari privi di poteri sanzionatori. La sua critica si estende al modello europeo di Stato regolatore, contrapposto a quello anglosassone più liberale.
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