La stampa parla di “assalto violento” quando si è trattato di poca roba, mentre ignora la propria complicità in manipolazioni e propaganda. La società condanna la violenza del singolo ma accetta quella dello Stato, che spesso ribattezza forza e repressione come “legge” o “missioni di pace”. Le violenze delle forze dell’ordine e le ingiustizie storiche mostrano quanto questo doppio standard sia radicato. Anche figure come partigiani, Mandela o persino Gesù usarono la forza in contesti estremi. Io ripudio la violenza, ma non l’ingenua passività: esiste una legittima difesa e una rabbia legittima di fronte agli abusi. La tolleranza illimitata, come dice Popper, porta alla fine della tolleranza. Concludo con Brecht: tutti guardano la rabbia del fiume, nessuno la violenza degli argini che lo stringono.
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