COVID, LE INCREDIBILI AMMISSIONI IN COMMISSIONE. Fuori dal Virus n.1672.SP

Matteo Bassetti ha ammesso che almeno il 50% dei decessi catalogati come “morti Covid” probabilmente non era dovuto direttamente al virus, ma a altre cause, trattandosi di persone positive al tampone ma non decedute per Covid. Ha spiegato che in Italia si era “tenuti a dichiarare” il decesso come Covid-positivo perché il protocollo prevedeva una gestione diversa del cadavere, e che l’uso di una definizione internazionale molto ampia, unito al fatto che l’Italia aveva fatto un numero enorme di tamponi (“un tamponificio”), portò a un forte aumento artificiale dei “morti Covid”. Secondo lui, tamponare tutti i ricoverati — anche asintomatici e per altri motivi — fece crescere statisticamente i decessi attribuiti al virus rispetto ad altri paesi.

Sergio Abrignani, invece, ha chiarito che nei primi mesi furono scoraggiate le autopsie per motivi di cautela, perché non si conosceva il comportamento del virus nei cadaveri e si temeva il rischio di liberare particelle infettive durante l’apertura. Ha confermato che furono eseguite solo poche decine di autopsie, soprattutto all’inizio, e che lui stesso non vedeva reali motivi scientifici per evitarle, se non la prudenza verso gli operatori. Ha ricordato anche che la circolare di maggio che sconsigliava le autopsie generò un dibattito perfino all’interno della società di anatomia patologica.

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